Ieri notte ho letto un libro bellissimo: Lettino di Martha Medeiros (edizioni Cavallo di ferro). Ce l’ho fatta in poche ore perché non è lunghissimo (134 pagine) ed è diviso in brevi capitoli. Ogni capitolo riassume un incontro tra la protagonista e il suo analista (o forse psichiatra, non è chiarissimo).
Non voglio rovinare a nessuno il piacere di scoprire questo libro. Qui mi serve solo come spunto. A un certo punto la protagonista scrive: "Lei credeva che io non fossi vanitosa, invece lo sono. Non ho quella vanità esagerata, da voler essere sempre ben messa, ma coltivo una vanità basilare: mi lavo i denti varie volte al giorno e mi piace avere i capelli sempre puliti e lisci. Il resto lo risolvo con jeans e maglietta, che ho scelto come uniforme fino ai 90 anni. Dopo, chissà, adotterò il twin-set."
Jeans e maglietta sono anche la mia uniforme. Anche se c’è jeans e jeans, c’è maglietta e maglietta. E sto diventando una collezionista seriale di entrambi. Ma la realtà resta: ho scelto un’uniforme. Deve esserci anche un problema di insicurezza. Me l’ha detto una volta Donatella Versace: le donne che si vestono in jeans e maglietta hanno paura della loro femminilità. Sembra fin troppo semplice per essere vero. Ma forse è così.