Confesso di aver provato sempre una grande grande empatia per lei. la sua sofferenza mi sembrava autentica, per nulla mitigata (o forse peggiorata) da bellezza, ricchezza, fama ecc. ho cambiato un po’ idea quando ho visto The Queen, forse Diana non era così innocente come avevo voluto credere.
Detto questo, lo speciale di Time è fatto molto bene e credo che catherine meyer abbia ragione: anche se a dieci anni di distanza qualcuno fa notare che l’entusiasmo per la sua figura sembra sfiorito (concerto organizzato dai figli a parte), la storia di diana, e la sua morte, hanno cambiato molte cose. e si è trattato di cambiamenti importanti.
mi viene in mente anche il ruolo che diana ha avuto nel mondo della moda: su Harper’s Bazaar Suzy Menkes, fashion editor dell’international herald tribune, ha scritto un bellissimo articolo sui rapporti tra diana e la moda, raccogliendo le testimonianze e le impressioni di molti stilisti. nel suo desiderio di portare vestiti firmati da nomi accessibili, magari non con l’haute couture ma con il pret-a-porter, anche alla maggior parte delle donne, ha fatto un gesto in qualche modo democratico. Ma ha fatto anche un grande favore agli stilisti, che oggi vestono principesse e regine, una cosa che prima di diana era molto meno diffusa.