Notizie all’apparenza insignificanti riportano ogni tanto al senso profondo dei grandi fenomeni storici. Per esempio che la Louis Vuitton ha messo in commercio un borsone da donna dal prezzo di ben 52.000 dollari, del quale è prevista una vendita mondiale (sì, mondiale) di soli 24 esemplari. Ha spiegato infatti al «Wall Street Journal» un suo dirigente che con la diffusione anche tra il pubblico più vasto di oggetti di alta qualità sta aumentando di molto la domanda degli ultraricchi (da 10 milioni di dollari in su) di oggetti così costosi che quasi nessuno se li può permettere.
Di ricchi, cioè, che si illudono di ritornare al tempo in cui non esisteva il capitalismo. Che invece esiste e da due secoli promuove anche nel godimento dei beni un gigantesco movimento di equiparazione tra tutti gli esseri umani (oggi in specie tra quelli del nostro mondo e quelli dell’ex Terzo mondo). Magari, se non può altrimenti, inondando di Vuitton taroccati i marciapiedi del pianeta.
Galli Della Loggi fa bene, credo, a riflettere sulla nascita di una borsa come la Tribute. Io la trovo bellissima ma penso che dovrebbe essere chiusa in un museo (magari tutti e 24 gli esemplari, in realtà, perché ovviamente sono uno diverso dagli altri). Metterla in commercio fa un po’ effetto. Chi spende 38mila euro per una borsa quanto spenderà per altre cose, che tenore di vita può avere, che vita può fare… qualcosa di molto lontano dalle persone "normali" (anche se poi sul wall street journal c’era la foto di beyonce, e non credo che vuitton gliel’abbia regalata).
Nel 2005, in un’asta della casa Doyle di New York, qualcuno si aggiudicò una borsa Hermes modello Birkin in coccodrillo con diamanti incastonati per 64.800 dollari (47mila euro). In dicembre Chanel lancerà una borsa in coccodrillo e diamanti. Il logo della doppia c sarà tempestato da 334 pietre, pari a circa 3,56 carati di diamanti. La catena sarà d’oro massiccio e ce ne saranno solo 13 e dovranno bastare per tutto il mondo. Prezzo: 260.250 dollari, circ a 190mila euro.