"Avete una famiglia che vi aspetta a casa? Non venite alla mia sfilata." E’ una delle tante dichiarazioni rilasciate dallo stilista americano Marc Jacobs (nella foto qui accanto), che ha sfilato a New York sia con la prima linea, che si chiama appunto Marc Jacobs, sia con la seconda, Marc by Marc Jacobs. Jacobs è senz’altro uno stilista di grande talento e da anni firma, con grande successo, il pret-a-porter e gli accessori di Louis Vuitton. Ma non ha un carattere facile (come tutti gli stilisti e gli artisti di genio, potrebbe dire qualcuno) e non gradisce le critiche. All’inizio dell’estate Jacobs (classe 1963) ha annunciato, come una star hoolywwodiana, che sarebbe entrato in "rehab", in una clinica per disintossicarsi dalla droga. Non so esattamente quando sia uscito, ma sicuramente in tempo per mettere a punto le passerelle newyorchesi, che a me sono sembrate molto belle. Ma anche ad altri, a iniziare da Cathy Horyn del New York Times. Non sono mancati però i pareri negativi, uno su tutti quello di Suzy Menkes dell’International Herald Tribune, che non ha nascosto soprattutto la sua autentica incazzatura ("lo ucciderei con le mie mani", "non vedrò mai più una sfilata di Marc Jacobs") perché la sfilata ha avuto due ore di ritardo.
Possono sembrare tanto, in realtà sono "solo" il doppio del canonico ritardo di una qualsiasi sfilata, in una qualsiasi delle capitali della moda. Come dice Cathy Horyn, "è meglio che non cerchi di calcolare quanto tempo della mia vita ho passato ad aspettare che iniziasse una sfilata". Nel caso di marc jacobs, la situazione è stata complicata dalla collocazione alla fine della giornata: anziché alla nove di sera le modelle sono uscite alle undici e nessuno, probabilmente, è uscito da Bryant Park prima di mezzanotte.
Comunque sia, per le reazioni al ritardo e anche per qualche commento non esattamente lusinghiero alla collezione (nella foto, l’uscita collettiva delle modelle alla fine), Marc Jacobs si è a sua volta incazzato. e a chi protestato dicendo, appunto, che aveva una casa o una famiglia a cui tornare, lo stilista ha risposto di non andare più alle sfilate. Poi ha addirittura minacciato di "non sfilare più a New York", ma a Parigi. In altre parole, sembra aver deciso di non essere più criticabile, da nessun punto di vista. non si può parlare mal di lui né dei suoi vestiti, pena l’essere insultati verbalmente o in altro modo. Effettivamente la Menkes ci è andata giù pesante ("A bad, sad show from Marc Jacobs, running two hours late, high on hype and low on delivery, symbolized everything that is wrong with current fashion"). Ma quando si decide di non essere più criticabili, secondo me si passa automaticamente dalla parte del torto. Anche perché, come dice Cathy Horyn, la moda è prima di tutto una questione di gusti: "Why do critics divide over a collection? I can’t tell you. We just do. The only thing that matters is that you’re prepared to defend your conclusions. The phrase “what I saw” (actually the title of a Joseph Roth book) runs through my head all the time. There is nothing more powerful than your own observations".
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