"Art meets fashion. Sure, they’re in bed together, but can their relationship last?" E’ la domanda che si fa in copertina CITY, magazine fondato a new york da john mcdonald, con il sottotitolo "the destination of style". ho incontrato mcdonald nel backstage della sfilata di diesel e mi ha colpito perchè è giovanissimo, per essere un editore di successo (e possiede anche alcuni dei migliori ristoranti di new york, secondo un altro stilista che era nel backstage, elie tahari). avrà 35 anni massimo e mi è sembrato, come moltissimi americani, un vulcano di energie, in grado di contagiare ogni interlocutore con il suo entusiasmo e vitalità. ma torniamo all’arte: anche su DAILY, altra pubblicazione newyorchese che durante la settimana della moda era ovunque, uno degli strilli di copertina era dedicato al connubio arte-moda (con teschio di damien hirst a illustrarlo).Non so se, come dice CITY, arte e moda siano davvero intime, però è vero che durante la fshion week newyorchese ci sono stati dei segnali. e ovviamente andy warhol salta sempre fuori.
Warholnon era nato a New York, ma a Pittsburgh, in Pennsylvania. Però il suo nome è per tutti legato all’ambiente artistico di Manhattan e al fermento che ancora oggi contribuiscono alla fama della città. E Warhol (morto nel 1987), sarebbe stato probabilmente entusiasta della crescente importanza di New York come palcoscenico di sfilate. e forse anche per questo New York è stata scelta per presentare i jeans che Levi’s realizza con la Fondazione Andy Warhol dal 2005 e distribuisce sotto l’etichetta Warhol Factory X Levi’s. La collezione per la prossima primavera-estate è stata presentata sabato 8 settembre ed è disegnata da Damien Hirst (nella foto), il più quotato artista britannico, che, come molti suoi coetanei, ha certamente dei "debiti creativi" nei confronti del padre della pop art. Hirst si è sbizzarrito a creare varianti partendo dai 501, forse il più conosciuto tipo di jeans Levi’s, un’autentica divisa per Andy Warhol, e modello preferito dallo stesso Hirst. Ma anche Miss Sixty,che ha inaugurato la settimana della moda, si è presentata con una "collezione-tributo" proprio ad Andy Warhol. Il direttore creativo del gruppo Sixty Wichy Hassan ha spiegato di essersi ispirato a The Chelsea Girls pellicola cult realizzata da Warhol nel 1966. «Il logo Miss Sixty, evidente più che mai su ogni capo, è un preciso richiamo alla pop art – ha detto Hassan – mentre l’accostamento con fantasie geometriche ripensate in colori elettrici e forme contemporanee vuole essere un’interpretazione moderna e ironica del periodo artistico degli anni 60».
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