Sentite l’attacco:
"Scrivere del nuovo palazzo del proprio datore di lavoro è un compito rischioso. Se dicessi di amare l’edificio, il lettore mi sospetterebbe di piaggeria nei confronti di chi mi paga lo stipendio. Se dicessi di odiarlo, qualcuno potrebbe pensare che stia ostentando la mia indipendenza. Lasciate allora che esca da questa situazione così: come dipendente, sono affascinato dal nostro nuovo palazzo sulla Eighth Avenue. L’imponente e antica struttura in stile neogotico, con in suoi 18 piani all’angolo con la 43esima strada, che ha ospitato il New York Times per quasi un secolo, ha il suo fascino. Ma era un posto deprimente dove lavorare. Le sue file labirintiche di scrivanie con pile di giornali ingiallite erano un costante richiamo alla tradizione, ma sembravano anche anacronistiche.
Il nuovo palazzo di 52 piani, tra la 40esima e la 41esima, disegnato dall’architetto italiano Renzo Piano, in confronto è un paradiso. (…)
Cosa rende grande un grattacielo newyorchese? I più belli ti colpiscono al cuore, li cerchiamo quando osserviamo la skyline, per trovare un punto di riferimento e per ancorarci psicologicamente alla città. La torre di Piani difficilmente ispirerà questo tipo di sentimenti. La caratteristica più originale dell’edificio è la sua copertura di piastrelline di ceramica, che diffondono la luce e dà all’esterno un aspetto pulito, uniforme. Mr Piano usò un accorgimento simile per la Debis Tower della Daimler-Benz, con risultati ambigui".