Sabato sera mi trovavo un po' per caso a passeggiare per Porto Cervo. Ho visto cose che voi umani… Cioè ho visto, in vetrina, PICCOLE borse in coccodrillo (per farle penso sia bastato mezzo malcapitato animale, forse nemmeno) da 20mila euro, portastivali da cavallo in tela da 6mila (o erano 8mila), gioielli così cari da non avere alcuna indicazione di prezzo… Ho saputo che il Coppola del porto nuovo ha fatto 40 "pieghe" in un giorno. 180 euro l'una. Ho visto – non mi era mai capitato – una gioielleria con guardia giurata FISSA all'interno e all'esterno. E ho pensato: ecco un po' di scelta per i cari turisti arabi e russi, che ovunque in Europa hanno "salvato" le vendite dei marchi del lusso. Delle vendite tax free – cioè quelle fatte in Italia a turisti extra Ue che chiedono quindi il rimborso dell'Iva) ci occuperemo presto anche noi di MODA24, su uno dei prossimi numeri del nostro settimanale (venerdì con Il Sole 24 Ore esce il primo numero dopo la pausa estiva e ci saranno molte sorprese…). Ecco, pensavo ai turisti che fanno shopping a Porto Cervo, a Forte dei Marmi, nel quadrilatero milanese. Poi però ieri sera ho sentito su Rai Tre alcuni dati sulla ricchezza in Italia. E' nelle mani di meno del 10% degli italiani. Persone che non spendono in Italia, ma all'estero. Comprano case da 50mila sterline al metro quadro a Kensington, il quartiere più caro di Londra, dove hanno come vicini di casa quelli che tornano da Porto Cervo con la borsa in coccodrillo da 20mila euro. Persone che vanno alle aste si Christie's e comprano servizi da tavola in oro massiccio da milioni di sterline. Secondo la responsabile delle aste la crisi finanziaria innescata negli Stati Uniti nel settembre 2008 dal fallimento Lehman Brothers e che poi è diventata, come una valanga, la crisi economica globale più devastate del dopoguerra ha mietuto più vittime tra i super ricchi americani che tra quelli italiani, che hanno continuato a comprare opere d'arte da decine di milioni di sterline. Poi, ciliegina sulla torta dello stordimento da dati incompatibili anche con la più vaga idea di distribuzione equa della ricchezza (interessante l'intervento del ricchissimo Pietro Modiano, favorevole dal 2011 a una patrimoniale, ma da allora inascoltato), sempre alla trasmissione di Rai Tre, puntata dedicata a "Ricchi e poveri" Presa diretta appare Marisela Federici. Mostra la sua casa all'intervistatrice di Rai Tre e poi, dopo una pausa perché il tour della sua stessa casa e per sua stessa ammissione l'aveva molto molto stancata, spiega compita e convinta che "chi si suicida perché ha perso il lavoro aveva delle tare psicologiche precedenti". Primo, credo che da oggi la signora Federici dovrà aggiungere alla già lunga lista di personale alle sue dipendenze una guardia del corpo. Secondo, la giornalista che non ribatte e lascia ribadire alla singora Federici il concetto dei suicidi con tare mentali in almeno altre due versioni andrebbe radiata dall'Ordine. Terzo, non vedo speranze per l'Italia. Un Paese in cui i pochissimi privilegiati non si rendono conto della condizione di privilegiati è condannato. Un Paesi in cui i ricchissimi vanno a comprare quadri (e presumibilmente anche borse in coccodrillo) a Londra e non a casa loro perché – credo – hanno paura del fisco, è, ribadisco, condannato. Penso ai tanto vituperati Stati Uniti, il Paese delle differenze, per come la vedo io. Il Paese, però, dove i ricchissimi pagano le tasse, dove le aliquote sono progressive e dove la crisi finanziaria li colpisce, eccome. Il Paese dove i miliardari finanziano biblioteche e musei, in cambio del loro nome inciso nel marmo all'entrata. Ho sognato la signora Federici e stamattina mi sono svegliata molto pessimista. Non so come e se oggi mi toglierò queste bruttissime sensazioni dalla testa.
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