Ieri ho letto sul Corriere della Sera che mercoledì a Palazzo Morando, a Milano, si apre una mostra dedicata a Valentina Cortese, che resterà aperta ben oltre la settimana della moda (18-23 settembre), fino all'11 novembre per la precisione. Andrò senz'altro a vederla, Valentina Cortese è un personaggio affascinante, anni fa l'ho intervistata perché mi raccontasse come ci si vestisse in crociera nell'era d'oro delle crociere (prima della seconda guerra mondiale). Ma soprattutto mi ha incuriosita il titolo dell'articolo di Magda Poli: "Taglio Cortese. Con un colpo di testa la "ragazza Valentina" per una volta cambia look". L'attrice (che oggi ha 90 anni splendidamente portati) è famosa per avere SEMPRE un foulard che le avvolge la testa. Nessuno ha idea da moltissimi anni di come siano i suoi capelli… magari anche molto pochi. O forse tantissimi e ancora ribelli. Ecco, in mostra c'è una foto di Valentina Cortese senza foulard. Un po' come dire Suzy Menkes senza il suo ciuffo a banana. Che una volta definivo bizzarro ma forse sarebbe più giusto dire, senza troppi timori riverenziali, insulso. Insulso ma che la rende molto molto riconoscibile. Alcuni dicono che quel ciuffo fa parte dello stile Menkes. Lo stile Menkes… Con tutto l'estremo anzi estremissimo rispetto che ho, come giornalista, per Suzy Menkes, fashion editor dell'International Herald Tribune, sul suo "stile", cioè anche il suo gusto in fatto di guardaroba personale, nutro serissimi dubbi. Ma ognuno ha, appunto, i suoi gusti. Lo stile però, per me, è qualcosa di molto più sottile. Lo hanno davvero, nel vestire come nell'essere più in generale, in pochi, in senso positivo. Penso a Ines de la Fressange, aiutata dal suo fisico e dalla sua intelligenza e autoironia, certo. Penso a Carolina di Monaco (e la giovane principessa Charlotte è su una buonissima strada). Suzy Menkes attira il tuo sguardo perché ti sembra strana. Ines (ma anche donne meno palesemente splendide) attirano il tuo sguardo perché il loro look è un mix di naturalezza, eleganza non urlata, personalità delle scelte e, sì, sicurezza di sé. Uno stile che probabilmente non avrò mai, ma che non mi stancherò mai di guardare. Come non mi stancherò mai di leggere Suzy Menkes.
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