Ieri sono andata al Brooklyn Museum: una gita che consiglio a chiunque venga a Manhattan. E' comodissimo da raggiungere con la metropolitana (linee 2 o 3, le rosse "espresse", fermata Express Parkway-Brooklyn Museum) ed è un museo incredibilmente e inaspettatamente ricco, una specie di piccolo Metropolitan (e neanche poi tanto piccolo). Ha una delle più grandi collezioni di arte africana degli Stati Uniti. Lo stesso vale per l'arte egizia: infatti ci sono andata soprattutto per vedere la piccola "special exhibition" Divine Felines: Cats of the Ancient Egypt. Per arrivare alla sala dove è allestita la mostra si passa per una sorta di chiostro al coperto. Al centro di sono tante file di sedie, suppongo destinate a chi va a sentire le molte conferenze che si tengono al museo. Tutto intorno quadri di "maestri europei" attaccati alle pareti con una sorta di understatement. Passando e guardando distrattamente ti sembra di riconoscere dei capolavori assoluti, che sembrano famigliari, perché li hai visti tante volte nei libri, ma ti domandi se hai visto bene… Ti avvicini e scopri che c'è un Boldini… E poi un Rembrandt… E così via. Il museo era quasi deserto, perché, come dicevo, è abbastanza fuori dai tradizionali percorsi turistici, e questo ha reso la visita ancora più piacevole. Quando, sabato scorso, sono andata a vedere due mostre a Milano, a Palazzo Reale (Pollock e Rodin) è stato abbastanza difficile farsi largo tra la gente. E' sempre bello vedere i musei pieni, ma non c'è dubbio che ogni tanto, sentirsi quasi gli unici a fare compagnia ad antiche (o moderne o contemporanee) opere d'arte è un piacere della vita.